Carmine Abate ai Martedì Letterari

Il 23 febbraio ore 16.30 Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo presenta il libro: ”La Felicità dell’Attesa." (Mondadori)

Dopo la tre giorni dedicata al Festival della Legalità e delle Idee, che ha portato nel Teatro dell’Opera, dall’8 al 10 febbraio, tra gli altri, Gherardo Colombo, Giuseppe Ayala, Fabio Granata, tornano gli appuntamenti dei “Martedì Letterari”. Il 23 febbraio nel Teatro dell’Opera ore 16.30 Carmine Abate, già premio Campiello presenta il suo nuovo romanzo “La felicità dell’Attesa” (Mondadori).Un omaggio ad una delle icone del Cinema Internazionale Marilyn Monroe, al secolo Norma Jeane, ma anche e soprattutto una potente saga familiare, che racchiude tutta la potenza e l’incanto narrativo delle precedenti narrazioni, perché:” Viviamo per questo,no? In attesa di assaporare questa benedetta felicità.” Intervento musicale di Marisa Fagnani dedicato a Marilyn. Dalla Prefazione al libro. «Il primo a partire fu Carmine Leto, il nonno paterno di cui porto il nome.» Comincia così la nuova saga di Carmine Abate che abbraccia quattro generazioni della famiglia Leto, più di un secolo di storie e tre continenti. Come La collina del vento era la storia di una famiglia che rimane e resiste, così La felicità dell'attesa racconta i destini – più che mai attuali – di quanti lasciarono le sponde del Mediterraneo per cercare fortuna altrove, approdando nella "Merica Bona": una terra dura eppure favolosa, di polvere e grattacieli, sfide e trionfi. È qui, negli States, che un ragazzo partito nel 1903 dal paese arbëresh di Carfizzi, la mitica Hora di Abate, può diventare un campione di bowling noto in tutto il mondo: Andy "The Greek" Varipapa. Proprio lui è il mentore di Jon Leto, l'uomo che parte tre volte: per vendetta, per amore e per lavoro. A Los Angeles, grazie a Andy, Jon incontrerà una giovane donna circonfusa di un fascino magnetico, come il neo ammaliatore sulla sua guancia sinistra: Norma Jeane, non ancora nota con il nome che la renderà un mito... Carmine Abate dà vita a una grandiosa epopea tra l'Italia e il "mondo grande", che ancora una volta scava nella nostra memoria collettiva e ci racconta di uomini e donne coraggiosi: dal capostipite Carmine Leto, con la sua moglie americana, al figlio Jon e al nipote Carmine, il narratore della storia, che segue le tracce segrete del proprio padre; dal duro lavoro nelle miniere del Meridione alle speranze di riscatto nella "terra promessa" oltreoceano; dalle straordinarie donne del passato a quelle di oggi, come Lina Leto, irrequieta e ribelle, e la figlia Lucy, che ai giorni nostri torna inaspettatamente al paese per riscoprire le proprie radici. Sostenuta da una lingua ricca, fedele all'impasto pieno di sapore che da sempre caratterizza la prosa di Abate, e insieme scandita da un ritmo incalzante, cinematografico, sulle pagine prende forma un'indagine narrativa corale che ha il passo serrato di un giallo – e infatti ruota intorno al mistero di una morte da vendicare – ma che è soprattutto un appassionato apologo sulle partenze e i ritorni, sugli strappi e i sotterranei legami tra le generazioni, sui tempi della vita e sull'amore che può sopravvivere alla morte. Carmine Abate è nato nel 1954 a Carfizzi, un paese arbëresh della Calabria. Emigrato da giovane ad Amburgo, oggi vive in Trentino. Come narratore, ha esordito in Germania con Den Koffer und weg! (1984). Ha pubblicato due libri di racconti, Il muro dei muri (1993) eVivere per addizione e altri viaggi (2010), la raccolta di "poesie & proesie" Terre di andata (1996 e 2011), il saggioI germanesi (1986 e 2006) con Meike Behrmann e i romanzi: Il ballo tondo (1991), La moto di Scanderbeg(1999), Tra due mari (2002), La festa del ritorno (2004, premio selezione Campiello, nuova edizione 2014) e Il mosaico del tempo grande (2006), Gli anni veloci (2008), La collina del vento (premio Campiello 2012) e Il bacio del pane (2013). I suoi libri, vincitori di numerosi premi, sono tradotti in Francia, Stati Uniti, Germania, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo, Giappone e in corso di pubblicazione in arabo. Hanno scritto su “La felicità dell’Attesa”. Così la stampa su La felicità dell’attesa (Mondadori 2016) di Carmine Abate: “La felicità dell’attesa è l’opera più bella e riuscita di Abate. È solare, malinconica, tenera e violenta... La trascinante vicenda familiare diventa epica di tutte le vite possibili, ed è ammirevole la bravura di Abate nel ricreare un mondo e un’epoca alla luce di memorie discrete. Una splendida storia italiana.” Sergio Pent, La Stampa TTL “Una saga familiare transoceanica il cui filo principale è una meravigliosa storia d’amore tra un contadino di Hora e la più bella e desiderata tra le donna d’America. Una lettura che dà squisito piacere, per ritmo, la quantità dei fatti, il rilievo dei personaggi… E poi c’è la lingua, anzi: le lingue in cui ogni pagina è intarsiata… preziose decorazioni per pagine pensate in un bellissimo italiano.” Francesco Durante, Il Mattino “Inizia da un magnifico esergo di Sant’Agostino il nuovo romanzo di Carmine Abate, che attraversa il Novecento come una statua portata in processione. Un romanzo epico, contemporaneo, vivissimo. Valeria Parrella, Grazia “La novità è che il colorato Macondo calabro di Abate qui si apre a un mappamondo di luoghi, epoche e immaginari più ampi…. È messa efficacemente a servizio di questo sviluppo, in La felicità dell’attesa, la cifra stilistica di Abate, un miscuglio di italiano medio, espressività dialettale ed espressioni arberesh. E ora, coerentemente, anche di americano, angloitaliani da migranti e qualche sprazzo di tedesco. … che usa come spezie piccanti da Il ballo tonto (1991).” Maurizio Bono, La Repubblica “Sentimenti, emozioni, passioni descritte con intensità energica e vitale, con sensualità e con grazia. Uno scritto pieno di colpi di scena, di ribaltamenti, di mutamenti. Il libro che è il primo vero “giallo” di Abate è nel contempo un romanzo storico, esistenziale, antropologico e filosofico. Un libro dove pulsa la vita… Abate è un affabulatore come Andrea Camilleri, un raffinato cantastorie…” Salvo Fallica, L’Unità “È uno dei migliori romanzi che abbiamo letto quest’anno”. Bruno Luverà, TG1, rubrica Billy “La scrittura di Abate è ricca di umori e di suoni… La ricerca documentaria è minuziosa, anche l’elemento del mito riesce poi a creare quella forma di riconoscimento che il lettore ha dei personaggi, ognuno dei quali non lascia indifferente, ma riesce a imporsi in un ritratto forte e deciso… attraverso la maestria del narratore.” Fulvio Panzeri, L’Avvenire “Carmine Abate conduce il lettore come per magia in un mondo di umanità che fonde l’esperienza dolorosa del partire con gioie desideri successi esperienze di vita straordinari. E come se lo scrittore in questo nuovo libro avesse messo insieme tutta la potenza e l’incanto narrativo delle precedenti narrazioni, convogliando ogni energia di scrittura in un’unica storia. Una bella prova d’orchestra, perfettamente riuscita.” Mimmo Nunnari, La Gazzetta del Sud “Una saga familiare che procede con il ritmo incalzante di un thriller” Anna Renda, Il Gazzettino. “Bellissima “La felicità dell’attesa”, Alessandro Mezzena Lona, Il Piccolo “Un secolo di storie legate all’epopea della migrazione… Una narrazione corale di grande forza stilistica sulla tenacia di tante persone che hanno reciso le radici alla ricerca di un futuro migliore.” Roberto Carnero, Famiglia Cristiana. “La felicità dell’attesa è un grande affresco che per epicentro Hora e spazia oltreoceano. È un succedersi di addii e ritorni, di personaggi indimenticabili e incredibili (appare anche Norma Jeane, futura Marilyn Monroe). Un romanzo che in questi tempi serve per sfidare i pregiudizi e per ricordare che anche noi eravamo emigranti.” Il Giorno “In una narrazione mossa eppure compatta quanto mai, che alterna con maestria piani temporali e spaziali, il romanzo racconta una saga familiare, com’è nelle migliori corde dello scrittore di Carfizzi, Premio Campiello 2012.” Gianluca Veltri, Il Quotidiano del Sud “Con La felicità dell’attesa Carmine Abate, portando al grado più alto e potente la modalità narrativa della fusione tra elementi realistici e fantastici, ha costruito un grande romanzo di temi universali (l’emigrazione, l’amore, l’amicizia, il bisogno di felicità, il dolore della perdita) che ha il passo malioso delle rapsodie arbereshe e la sostanza vivida delle opere che procurano il piacere autentico della lettura.” Giuseppe Colangelo, L’Adige Il prossimo appuntamento è eccezionalmente giovedì 3 marzo ore 16.30. L’On. Michela Marzano presenta il suo libro “Papà, Mamma e Gender” (Utet). Partecipa l’editor Leucotea Matteo Moraglia. Sanremo, 20 febbraio 2016.

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